La visita pastorale del card. Giacomo Biffi

Il 1992 si apre subito con un impegno di prima grandezza da preparare con molta cura:la visita pastorale del Arcivescovo Card. Giacomo Biffi. Ogni volta che il Vescovo viene in visita pastorale è sempre un momento di grande tensione interiore: Non si tratta di organizzare solo una funzione religiosa. Il momento nuovo ed specifico della Visita Pastorale sta nell’incontro con la comunità in una assemblea dove al vescovo viene raccontata, spiegata la vita della parrocchia. Da un lato ci può essere la tentazione di fare apparire tutto bello gonfiando un po’ le cose, dall’altro apparire eccessivamente critici verso il proprio operato. Un sano realismo consente una serenità che si aggiunge alla consapevolezza di aver fatto quanto è possibile fare, e quindi di non temere giudizi negativi, o lodi non meritate.

La preparazione
Don Armando, nel bollettino del gennaio ’92, illustrò la Visita pastorale, commentando in tre punti la lettera nella quale l’Arcivescovo aveva dato l’annuncio alcuni anni prima al progetto di visitare tutte le parrocchie della Diocesi.

* ”Sarò lieto di poter annunciare in ciascuna parrocchia la Parola del Signore e celebrare l’Eucaristia”;
* ”di conoscere direttamente le situazioni, i problemi emergenti, le iniziative in atto nei vari campi a cui si estende l’azione pastorale della comunità cristiana”;
* ”di verificare la validità e l’efficacia in un dialogo fraterno con i sacerdoti e i fedeli in esse più direttamente impegnati, e dare di conseguenza le più opportune indicazioni per l’azione futura.”

Commentando questi punti veniva illustrata in modo esemplare la Visita pastorale.
Al termine della sua lettera in prima pagina, don Armando aggiunge un ricordo molto personale sulla sua salute che aveva cominciato da qualche hanno ad essere compromessa.
”Prima di porgervi il saluto, desidero esprimervi tutta la mia gratitudine per la prova di solidarietà, di amicizia, di affetto e di preghiera che mi avete manifestato nei mesi della mia malattia. Il Signore, che vi ha affidati alle mie cure di sacerdote, vi ricompensi di tutto”.

Negli ultimi 12 mesi aveva avuto un forte calo di energia con alcuni ricoveri ospedalieri. Cuore e polmoni erano così compromessi da richiedere l’intervento chirurgico. Ma anche questa prova era superata ed aveva potuto essere di nuovo riprendere l’attività in parrocchia.

La Visita
A Santa Lucia la Visita si svolse in tre momenti.
La sera del 6 marzo si tenne l’incontro tra il Vescovo e il Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio per gli affari economici. In quella occasione furono fatte al Vescovo quattro relazioni preparate da altrettante commissioni del Consiglio Pastorale.
Il cardinale occupò il pomeriggio di sabato 7 incontrando prima, alle 16, i ragazzi delle medie, poi i più grandi della scuola superiore. Il momento centrale del pomeriggio fu la S. Messa con i fanciulli della scuola di catechismo. L’incontro con un gruppo di giovani sposi concludeva la seconda giornata.
La terza giornata, domenica, si apriva con la visita ad alcuni ammalati e l’incontro con il gruppo dei giovani. Tutto veniva suggellato dalla S. Messa della comunità celebrata dall’Arcivescovo, insieme a don Armando, don Remo, don Tommaso.
A ricordo di quei giorni così intensi e non ancora molto lontani, le relazioni lette al Vescovo, e qui presentate nei punti più importanti, danno l’idea della parrocchia nel 1992 e delle sue prospettive future.

RELAZIONE DEL PARROCO
Le relazione seguenti illustreranno in maniera sufficiente la realtà parrocchiale attuale. A me preme sottolineare l’ansia pastorale che le ha animate e soprattutto l’ansia che animerà il prossimo decennio.
La parrocchia di Santa Lucia così può riassumere le sue difficoltà pastorali, culturali e missionarie:
– Il gigantismo. La consistente popolazione impedisce e ha impedito quelle relazioni primarie fra pastore e gregge, che si ritengono indispensabili alla finalità dell’istituto parrocchiale.
– Il disordine urbanistico. Tra i parrocchiani è decaduto il senso del vicinato, presupposto fondamentale per lo sviluppo di qualsiasi collettività.
– La presenza notevole di forze contrarie: la carenza del senso morale, il fenomeno migratorio, la cultura sofisticata del mondo moderno non favorevole ai valori eterni, l’arroccamento o chiusura. I fedeli praticanti e anche i diretti collaboratori del parroco, costretti a dovere costruire dal nulla l’esistente, in parte, forse, hanno perso la forza di aggregazione sul mondo esterno e lo slancio missionario, forza e slancio, oggi, anima della Nuova Evangelizzazione perché strettamente connaturati alla finalità essenziale di ogni comunità parrocchiale.

Che fare? la nascita del Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP) ha aiutato ad intuire questi problemi: la buona volontà e la fede di tutti hanno già individuato le strade da percorrere.
Dovremo capire che:
– per molti l’appartenenza alla Chiesa è l’appartenenza alla parrocchia. La disgregazione sociale potrebbe essere motivo di richiamo e di ripensamento.
– la pastorale dovrà essere di lievitazione: La pastorale di lievitazione è sostanzialmente diversa dalla pastorale di elite. Nella pastorale di lievitazione non esistono criteri di aggregazione che la fede in Cristo e la volontà di appartenere alla Chiesa. Pertanto l’invito a rifondare la propria fede viene rivolto a tutti indistintamente; anche se poi si avvia una catechesi sistematica soltanto a coloro che intendono impegnarsi liberamente a seguirla, anche con sacrificio. Chi segue, però, questo itinerario, oggi più che mai, non conserverà per sé quello che avrà ricevuto;
– la riqualificazione degli operatori pastorali. E’ questa la fondamentale funzione della parrocchia. Le strutture, infatti, sono più o meno incisive, ma i veri responsabili della pastorale,restano sempre le persone.
– riqualificazione e corresponsabilità dei laici, soprattutto attraverso l’allargamento vocazionale ai ministeri.
Qualcosa si sta movendo.

Credo in sintesi che tutto questo aiuterà la parrocchia di Santa Lucia a continuare ad essere capitale punto di riferimento non solo per il popolo cristiano, ma anche per i non praticanti.

LE RELAZIONI DELLE QUATTRO COMMISSIONI
Le relazioni nella forma originale e completa sono notevolmente lunghe: è parso opportuno presentarne solo un estratto e le parti più significative, lasciando in evidenza con le parentesi e i puntini quando è stata omessa qualche parte.

DALLA RELAZIONE SULLA LITURGIA – CULTO – SACRAMENTI
(…) Nella esperienza liturgica il centro è Cristo, il Signore che ci parla, ci invita, ci nutre e ci perdona. (…) La liturgia, attraverso un linguaggio di simboli e segni (Sacramenti) significa e realizza ciò che esprime. Preziosi sono i concetti, a tale proposito, che vengono alla comunità dai Sacerdoti attraverso il Bollettino parrocchiale. La nostra comunità, rispondendo all’affermazione del Concilio ”Liturgia, esercizio del Sacerdozio di Cristo” (…) dà molto rilievo alla S. Messa, sia domenicale che feriale.
Ogni giovedì, è convocata la comunità per una veglia di preghiera e riflessione avendo, come tema, le letture domenicali. Inoltre, al fine di valorizzare il dono eucaristico, punto centrale della liturgia della Messa, ogni primo giovedì del mese ha luogo l’ adorazione.
(…) I ministranti, ragazzi e giovani, prestano servizio con diligenza, ma non sono costanti. Alcuni laici impegnati intendono sensibilizzarli, al fine di rendere evidente come esso non solo è gradito a Dio, ma è motivo di crescita nella partecipazione alla comunità. Valido è l’ impegno del gruppo corale parrocchiale che, nelle solennità e nei momenti incisivi della comunità, anima le celebrazioni.
La Parrocchia fa memoria del suo Signore attraverso i Sacramenti
* Il Battesimo, la cui amministrazione avviene in sei momenti dell’ anno, è preparato da incontri prebattesimali in Parrocchia con i Sacerdoti.
* Per i matrimoni, i nubendi frequentano i corsi preparati a livello vicariale; inoltre si aggiunge una preparazione specifica da parte dei Sacerdoti della Parrocchia.
* Per quanto riguarda il sacramento della Penitenza si nota un relativo calo, nonostante che i fedeli privilegino accostarsi durante la Messa
* Per l’Unzione degli infermi la consuetudine di ricoverare in ospedale gli ammalati con pericolo di decesso fa si che tale sacramento venga amministrato dai sacerdoti incaricati per l’assistenza. Alla parrocchia resta comunque il dovere di fare visita agli infermi con il conforto della preghiera e della disponibilità all’ascolto.
Ognuno di noi ha il dovere, in forza del Battesimo, di acquistare in proposito piena conoscenza attraverso la cura, la formazione e la catechesi permanente:
– cura a quanto la Chiesa ci propone senza togliere od aggiungere nulla,
– formazione al genuino spirito che la liturgia contiene,
– catechesi al fine di comprendere simboli e temi liturgici per meglio viverli.
Solo così la comunità farà suo il Cristo nella Parola e nel Sacramento, aumentando la propria fede in Lui che ci ha salvati.

DALLA RELAZIONE SULLA CATECHESI
(…) La nostra comunità parrocchiale ha sempre ritenuto importante l’impegno nell’educazione alla fede. In virtù di questa convinzione essa si è adoperata nell’azione catechistica sia sotto la guida del parroco e dei sacerdoti che in questi anni si sono succeduti, sia con l’opera di catechisti ed educatori.
(…) In questo contesto l’educazione dei genitori dei battezzandi al significato del sacramento, ma anche una loro più formale preparazione al rito stesso, è affidata al parroco.
(…) Nella Catechesi dei Fanciulli i catechisti, (…) si adoperano nell’educazione religiosa dei bambini che frequentano dalla seconda alla quinta classe elementare. I sacramenti della Comunione e della Cresima rappresentano di questo primo cammino di fede il fulcro e le tappe fondamentali.
In quest’opera di catechesi la nostra comunità ha sempre ritenuto importante coinvolgere più direttamente le famiglie dei fanciulli; ma, a questo proposito, è bene sottolineare la spesso scarsa partecipazione di genitori che, nella maggior parte dei casi, si dimostrano non interessati.
(…) Si è cercato di aiutare i catechisti stessi con degli incontri di formazione (…) e questo è importante perché, dovendo spesso i catechisti conciliare questa loro attività con altri impegni, sono costretti a occuparsi, negli anni, della medesima classe d’età; ciò non permette loro di riconoscere nel catechismo la dimensione comunitaria.
(…) Il Catechismo dei ragazzi è affidato alla guida del sacerdote e degli educatori; a questo proposito, occorre far presente le notevoli difficoltà dovute ai frequenti cambiamenti di cappellani. Questa situazione se, da un lato, ci ha arricchiti per le diversità dei doni ricevuti, in verità ha anche rappresentato un forte ostacolo per la realizzazione di un discorso organico che permettesse continuità e una certa unità di intenti.
(…) Un’ ultima considerazione su questi gruppi concerne la frattura che divide le famiglie dai ragazzi della comunità. Questa difficoltà, del resto già ricordata, è particolarmente grave in questo contesto anche perché, nella maggior parte dei casi, i genitori vedono i gruppi e gli educatori stessi come intrattenitori per il tempo libero dei loro figli.
L’attività del catechismo si sviluppa nei gruppi dei Giovanissimi e dei Giovani che sono seguiti direttamente dal cappellano. (…) Infine la Catechesi degli Adulti, affidata anch’essa alla guida del cappellano, (…) trattano il tema della spiritualità coniugale. (…) Infine due ultimi aspetti che necessitano di essere ricordati. Il primo è il Campo Scuola grazie al quale, ogni estate, la nostra parrocchia vive un’ esperienza di vita comunitaria molto forte. (…) Accanto a questa tappa così importante si affiancano poi i campi per gruppi, organizzati nel periodo invernale. Il secondo aspetto è il gruppo di Lettura Biblica che si ritrova a cadenza settimanale.

DALLA RELAZIONE SULLA CARITÀ
(…) La carità è l’essenza della vita cristiana.
Carità vuol dire rispondere al dono d’amore di Gesù per dare compimento al comandamento nuovo: ”amatevi gli uni gli altri come io vi amati”.
E amare a questo modo vuol dire mettersi al servizio degli altri, farsi servo dei fratelli, degli ammalati, dei poveri, dei senza voce; Gesù ha condiviso la propria vita con gli umili, con gli emarginati.
I poveri e gli esclusi sono immagine di Dio, sono segnati da Dio; e noi siamo le braccia che Dio usa per amare concretamente i più sfortunati !
(…) Interpellati profondamente da tutto questo, sempre più consapevoli della centralità della carità nella vita personale e parrocchiale, la nostra comunità ha cercato di fare qualche passo avanti nell’attività caritativa che da sempre portava avanti.
Alcuni anni fa si è così costituito il ”gruppo caritativo” nel tentativo di meglio valorizzare e coordinare le risorse rispetto ai tanti bisogni.
(…) La Caritas ha lo scopo di aiutare la parrocchia a realizzare una sua funzione vitale: lo spirito e la pratica dell’amore. La Caritas si rivolge a tutta la comunità perché ognuno, secondo i propri doni, si impegni nell’esercizio della carità, che non è delegabile. Ha il compito di sensibilizzare la parrocchia, di stimolare, sostenere e armonizzare i gruppi e le iniziative esistenti e di suscitarne di nuove.
Iniziative
(…) Per ognuno di noi, per la nostra comunità è stata una lenta, faticosa e graduale crescita nel tempo; da un impegno di singoli in attività assistenziali si è passati a momenti in cui si è sentita l’esigenza e la necessità di organizzarsi, di avere la possibilità di confrontarsi e verificarsi; da questo sentire è nato il gruppo caritativo(…). Il nostro impegno e la nostra disponibilità sono consistiti nel partecipare ad attività organizzate insieme con gli stessi servizi sociali, in azioni dei singoli componenti del gruppo verso gli assistiti e nel partecipare, in qualità di accompagnatori, a soggiorni estivi e ad altre attività per anziani e ragazzi portatori di handicap organizzate dal comune.
* Per quanto riguarda la formazione e l’educazione ”alla carità” abbiamo organizzato numerosi incontri, cicli di conferenze e momenti formativi(…)
* partecipazione ad iniziative della Caritas diocesana e della Caritas nazionale,
* gite, feste e momenti di aggregazione per anziani, compagnia ed aiuto a persone sole, assistenza domiciliare ed ospedaliera a malati ed anziani,
* organizzazione, per alcuni anni, di un momento d’ascolto per le persone in difficoltà,
* inserimento in Parrocchia di ragazzi con problemi e con handicap,
* iniziative specifiche nei periodi dell’Avvento e della Quaresima anche curando le liturgie domenicali.

difficoltà incontrate
(…) Alcune situazioni non hanno a volte permesso una completa organizzazione e coordinamento e l’individuazione di un unico piano pastorale capace di coinvolgere e di dare un senso comunitario alle varie attività svolte.
All’interno della Caritas non siamo ancora riusciti a porci come punto educativo-formativo e di riferimento per l’intera comunità.
Risulta difficile venire a conoscenza dei reali bisogni e contestualmente proporsi come punto di aiuto e sostegno.
Ci è parso particolarmente difficile trasmettere alle persone la dimensione comunitaria della carità per non ridurla ad un fatto solo privato.
Per tutti questi motivi, pur riconoscendo i numerosi problemi che la Caritas parrocchiale può avere a raggiungere i fini desiderati e riconoscendo i risultati raggiunti, ci sentiamo a volte inadeguati e impreparati a fronteggiare le difficoltà che gradualmente si presentano.

prospettive
Il primo obiettivo che ci si pone è quello di consolidare e migliorare le iniziative esistenti, cercando di superare le difficoltà sopra citate, tenendo comunque sempre presenti i nostri limiti.
Il bene occorre farlo bene; sentiamo profondamente l’esigenza di superare lo spontaneismo per arrivare ad una profonda ”scelta di vita” personale e comunitaria.
E’ urgente e necessario proporre un piano pastorale caritativo organico, omogeneo e legato all’intera pastorale comunitaria.

DALLA RELAZIONE SULL’ANIMAZIONE CRISTIANA DELLE REALTÀ TEMPORALI
”Chi rimane in me e Io in lui,fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”. (Gv15, 5) ”Padre, (…) siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”.(Gv 17, 23)
Lo spirito di servizio e la passione missionaria, il desiderio di comunicare ad altri la bellezza dell’incontro con Gesù Salvatore e dell’amore di Dio per l’umanità, sono i motivi ispiratori dell’azione pastorale parrocchiale per l’animazione cristiana delle realtà temporali; orientata anche dalla consapevolezza che senza la costante adesione personale a Cristo e senza l’esercizio dell’amore fraterno (…) non è possibile una effettiva animazione cristiana delle realtà temporali (…) alla difficoltà di aggregare alla nostra comunità partecipanti in numero adeguato alla popolazione complessiva, che non si limitino a ricevere passivamente il messaggio evangelico, ma siano capaci, poi, di testimoniare in maniera incisiva quei valori cristiani che, come laici, siamo chiamati a trasmettere alla società.
(…) Si sono moltiplicate le iniziative per educarci, come comunità, e per proporre anche ai ”lontani” il senso cristiano della cultura, dell’impegno civico, del tempo libero, della festa e dello spettacolo.
(…) Vanno ricordate le sagre in occasione della festa di S. Lucia, che, assieme alle feste della comunità e della famiglia, hanno sottolineato i tempi di vita della parrocchia, fornendo significative occasioni di incontro, di conoscenza reciproca e di condivisione del tempo libero secondo lo stile comunitario, e, al tempo stesso, hanno offerto una concreta proposta ai lontani, un segno e una presenza nel territorio.
Gli spettacoli, allestiti dai gruppi giovanili, hanno periodicamente animato i momenti di festa della sagra e del carnevale. (…) Al tempo stesso, alcuni recital (pochi per la verità, ma significativi) hanno avuto un’eccellente funzione formativa per i gruppi giovanili. Uno di questi, vera e propria esperienza di vita, è stato possibile proporlo in diverse occasioni e luoghi, anche al Teatro Comunale di Casalecchio, offrendo a tutta la cittadinanza una riflessione sul messaggio cristiano della Resurrezione.
Le gite, i pellegrinaggi e i campi-scuola parrocchiali (estivi ed invernali), oltre ad essere occasioni di formazione spirituale, sono anche un modo per trascorrere con spirito diverso le vacanze. Anche le attività sportive, (…) sono un’ulteriore occasione di incontro nel tempo libero.

Lettera del Cardinale Biffi alla Parrocchia
Due mesi dopo giungeva, indirizzata al parroco, al Consiglio parrocchiale e a tutta la comunità, la prevista lettera dell’Arcivescovo con le sue indicazione pastorali scaturite dalla Visita a S. Lucia.
E’ stata una gioia per me conoscere la vostra comunità parrocchiale, nella sua storia e nella sua attualità. La vicenda di trent’ anni, a partire dai tempi eroici degli inizi pastorale e del primi insediamenti, ci spinge a ringraziare il Signore per il lungo cammino compiuto e per il molto bene operato. La fede e i sacrifici di don Armando, e di tutti coloro che gli sono stati vicini in questa impresa, ha portato alla bella realtà che ho potuto ammirare. la vostra chiesa è posta al centro dl quartiere, e ne costituisce l’anima e la ragione più forte di identità.
Rendere sempre più consapevole e vivace la vostra famiglia di credenti significa anche contribuire nel modo più efficace a fare di tutto l’abitato un’aggregazione più caratterizzata, più fraterna, più umana. La previsione di nuovi insediamenti da un lato deve rallegrarvi per la prospettiva di un ringiovanimento della popolazione, dall’altro deve stimolarvi a disporre i mezzi più adatti perché i nuovi arrivati si inseriscano e si fondano il più possibile. Oltre a qualche iniziativa di accoglienza, sarà utile a questo scopo la cura data alla pastorale dei ragazzi, il recapito in tutte le case di un bollettino parrocchiale abbastanza frequente e ben studiato, la celebrazione di feste comunitarie da far entrare in tradizione.
Ho apprezzato la fervida attività che si svolge entro le vostre invidiabili strutture, in particolare le intelligenti e generose iniziative di carità, i momenti di preghiera (quali la veglia orante del giovedì e la lettura biblica), l’inventiva del centro culturale.
Il tempo del post-Cresima, che è sempre difficile, dovrà essere oggetto della vostra particolare attenzione, con la pazienza e il coraggio di chi non si lascia disanimare dagli insuccessi. Ai ragazzi più giovani ricordo l’importanza della fedeltà agli incontri di gruppo. Ai giovani auspico che sia tenuto vivo l’interesse per i problemi più seri, in preparazione ai compiti che dovranno affrontare. Agli adulti richiamo l’urgenza di farsi testimoni incisivi del Vangelo in tutti i campi della vita associativa.
Segno e strumento di una rinnovata concezione della parrocchia è il Consiglio pastorale. In esso, con una riflessione ispirata sempre dalla fede orientata alle concretezza delle situazioni, maturerà sempre più la coscienza della corresponsabile partecipazione di tutti all’esistenza comunitaria.
Mi è caro esprimere la mia sincera riconoscenza al vostro parroco, a don Remo, a quanti fattivamente si adoperano a rendere la vostra parrocchia sempre più gradita agli occhi del Signore. Dal quale imploro cordialmente su tutti voi ogni grazia e ogni benedizione.
+ Giacomo Biffi
Cardinale Arcivescovo